L’ELOGIO DELLA PIZZA

Pizza fiordilatte, pomodoro, basilicoIn tanti hanno tessuto le lodi alla pizza che Alce Nero Berberè prepara al Padiglione del biologico, nel Biodiversity Park di Expo. C’è chi ha scritto che sia la migliore dell’esposizione universale, chi ha sostenuto che sia la migliore di Milano e chi ha rincarato la dose definendola la migliore d’Italia. Io non lo scrivo, perché non ho assaggiato né tutte quelle di Expo né tutte quelle di Milano, tantomeno tutte quelle d’Italia.

Però se qualcuno mi chiede i tre piatti più buoni che ho gustato al sito espositivo, la pizza di Alce Nero Berberè rientra nella rosa. E se mi chiede qual è la migliore che abbia mai assaggiato, questa mi viene sicuramente in mente: qualità degli ingredienti, sapore e digeribilità la rendono pressoché unica.

FIRMATE DAGLI CHEF

Pizza con fiordilatte, basilico e pomodoroLe pizze del menu sono state elaborate dagli chef Matteo Aloe, fondatore assieme al fratello Salvatore del progetto Berberè, e Simone Salvini, executive chef dell’Organic Academy nonché capo chef alla corte di Pietro Leemann.
Io ho scelto quella con pomodoro, fiordilatte della Puglia e basilico (8 euro): una soddisfazione per il palato di chiunque e una gioia per gli amanti del formaggio filante.
Le altre proposte prevedono pomodoro, aglio e origano (7 euro); pomodoro, bufala di Caserta e basilico (9 euro); pomodoro di Torre Guaceto, capperi, origano e fiordilatte (10 euro); gorgonzola, frutta secca e miele di castagno (10 euro) e una specialità del mese (10 euro) che, per settembre, include fiordilatte, peperoni al forno, feta e olio aromatizzato alla menta.
Il diametro della pizza, servita in cartone con posate in materiale rinnovabile, è inferiore a quello cui siamo solitamente abituati, ma l’esperienza sazia eccome.

TANTO “SLOW” QUANTO BUONA

Pizza con fiordilatte, basilico, pomodoroIl palato avverte immediatamente la freschezza degli ingredienti, che vengono trasformati giusto il necessario per rispettarne il sapore originario, così come l’estrema cura con cui è lavorata la base: la ricetta prevede farine macinate a pietra ricche di fibre, ingredienti biologici, fermentazione lenta da pasta madre viva. Quest’ultima, perfezionata dallo chef siciliano Massimo Giuliana, dura 24 ore e non contempla l’utilizzo del frigorifero: ecco perché la pizza può definirsi davvero “slow”.
Contrariamente a quello che avviene nei locali Berberè di Castel Maggiore, Bologna e Firenze, la cottura in Expo è effettuata con forno elettrico. Accorgersi della differenza non è però da tutti.

TAKE AWAY VEGETARIANO

Oltre alle pizze, il ristorante offre piatti vegetariani. Tra questi, mi piace ricordare la picnic box creata da Salvini proprio per Expo. In quattro scatole di cartone troverai altrettante pietanze a base di cereali, ortaggi, verdure crude e cotte, rigorosamente di stagione e con prodotti biologici di stagione. Poiché tutto è preparato al momento per evitare sprechi, la picnic box è disponibile fino a esaurimento scorte.

Nota a piè di pagina web. Commento i miei “assaggi d’Expo” in piena autonomia e libertà, dopo aver pagato il pasto che ho consumato.

Trovi altri “assaggi” in Racconti da Expo.

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9 pensieri su “L’ELOGIO DELLA PIZZA

  1. LaMagaVale

    Ciao 🙂 speravo proprio di trovare prima o poi un articolo sulla “famosa” pizza di Alce Nero! Ti dirò la verità, io sono un’amante della pizza, ma a causa del rapporto prezzo-dimensioni (mi sembrava un tantino piccola per quel prezzo) non l’ho presa. Però ora leggendo la tua recensione credo proprio che investirò questi 8 euro e la proverò!

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