Ma chi lo ha detto che “io no”? La mamma che guai se tocco i fornelli perché sporco? La suocera che guai se dimentico il pizzico di sale nel dolce? La collega che sbandiera le sue conoscenze culinarie manco fosse Gualtiero Marchesi in gonnella e poi ti offre una pizza surgelata per cena?
Anche in cucina volere è potere. Anche in cucina sbagliando s’impara.
Non è detto che cuochi si diventi di sicuro, ma non è che tutti vogliano per forza esserlo. C’è chi desidera semplicemente imparare a preparare un piatto con le proprie mani per farlo assaggiare a chi vuole bene, c’è chi si sente realizzato quando qualcuno gli chiede un’altra fetta di torta oppure chi vuole fare il pane in casa perché quello venduto dai cinque panifici di zona non soddisfa.
Magari non si tratterà di una rosetta perfetta però quel panino avrà un sapore indimenticabile perché assaporato sin dal primo granello di farina.
Io ho iniziato a spadellare nell’esatto momento in cui mi sono chiesta: ma perché io no? Chi lo dice che non riuscirò mai a fare la pasta all’uovo, il pane cafone, il dado, la marmellata oppure anche solo a togliermi qualche sfizio?
Col tempo ho capito che le grandi sfide si possono affrontare anche in cucina. Occorrono un pizzico di coraggio, quintali di pazienza e tonnellate di buona volontà. Bisogna insaporire con precisione e creatività quanto basta, impastare, far lievitare, cuocere a puntino e portare in tavola.
Qui possiamo farlo insieme.
11 pensieri su “PERCHÉ IO NO?”