Era gennaio quando un’e-mail dello staff di Expo worldrecipes m’invitava a partecipare al ricettario globale legato a Expo Milano 2015. Fino ad allora di Expo avevo sentito parlare (più male che bene) in tivù, ne avevo letto (più male che bene) su giornali e riviste; per mesi avevo ascoltato le lamentele dei guidatori milanesi in difficoltà per i numerosi cantieri in città, le polemiche di ambientalisti veri o dell’ultima ora, quelle dei “no Expo a tutti i costi”.
E mi chiedevo: ma è mai possibile che questo grande evento non valga un briciolo di positività?
EXPO IN CITTÀ
Il primo boccone gustoso me l’ha offerto proprio Expo worldrecipes. Il secondo l’ho assaggiato la mattina del 1° Maggio, giornata inaugurale dell’evento. Nella bacheca condominiale, l’odioso foglio su cui solitamente vengono registrati gli imprevisti che animano la quotidianità del palazzo in cui vivo era stato sorprendentemente sostituito da un colorato benvenuto a Expo.
Già quello stesso giorno, però, il sapore dell’evento è stato inacidito dai tafferugli che hanno messo a ferro e fuoco le vie del centro città. Ventiquattro ore di tempo e lo scenario è cambiato: all’Expo Gate di Piazza Castello si avvertiva di nuovo profumo di multietnicità e la gente comune, cittadini di Milano e del mondo, era in strada armata di spugne, spazzoloni e tanta determinazione per ripulire, ricostruire.
UNO SCHIAFFO AL PESSIMISMO
Già, ricostruire. “Chi vede l’inutilità o solo il peggio di un evento che attraverso il messaggio del cibo può diventare la vetrina del sapere, delle conoscenze, del fare, dell’arte e della cultura italiana – ha scritto Giangiacomo Schiavi in La fiducia che nasce da Milano proprio sul Corriere della sera del 1° Maggio – dimentica che Expo è l’unico treno che possa dare uno schiaffo al pessimismo della crisi.”
Si sta rivelando vero? Vero è che Expo va capito, da noi visitatori in primis. Ed è proprio la volontà di capirlo che mi spinge a farne un racconto.
TRA MILIONI DI VISITATORI
Secondo le fonti ufficiali, rigorosamente smentite da quelle ufficiose, ai primi di luglio avevano già varcato i tornelli di Rho 6,1 milioni di visitatori. Io ci sono stata per la prima volta il 20 giugno, giornata in cui è stato stabilito il record della pizza più lunga del pianeta (1.595,45 metri). La pizza, però, non è stata la prima cosa che ho visto quando ho messo piede sul Decumano: lì c’era il mondo racchiuso in uno scrigno.
VOGLIOSI DI SCOPRIRE
I padiglioni dei 54 Paesi e i 9 cluster tematici, che complessivamente ne ospitano altri 91, ti proiettano in un viaggio straordinario, che si snoda tra cibo, sapori, ambiente, energia. Per goderselo appieno bisogna arrivare preparati e vogliosi: preparati per stupirsi e vogliosi di scoprire sorprese. Perché di sorprese possono essercene tante. Basta voler davvero aprire lo scrigno.
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